I vampiri: ieri e oggi.

Si è conclusa questo Novembre la saga di Twilight ispirata all’omonimo romanzo di Stephenie Meyer, un racconto innovativo sulla vita dei vampiri, che li vede protagonisti di svariate avventure, ma anche di una passione che scoppia in particolare tra i due protagonisti Bella e Edward, interpretati da Kristen Stewart e Robert Pattinson. Una coppia giovane, affascinante ed intrigante che ci ha fatto sognare un mondo più romantico che di genere horror, dove anche i gli immortali possono imparare a convivere con gli umani e con la natura, anch’essa infatti assume un ruolo diverso: i vampiri riescono a cogliere suoni, profumi e sfumature sotto la luce del sole che invece gli altri personaggi non percepiscono. Inoltre, per simulare una vita normale, alcuni di essi sono vampiri “vegetariani”, ovvero si nutrono di sangue animale e non umano. summit-deny-twilight-eclipse-rumors-but-how-soon-is-too-soon-for-franchise-do-overs

Ma da dove proviene la figura mitologica del vampiro e com’è stata interpretata da autori e registi nel corso degli anni?

Il vampiro è da sempre considerato la figura horror per eccellenza, sopravvive grazie all’essenza vitale di altre creature (sangue) e presumibilmente questa figura risale al XVIII secolo, quando nella zona dei Balcani e dell’Europa dell’est iniziarono a girare voci di presenze  oscure e queste voci crebbero a tal punto da far suggestionare la gente, così è nato il fenomeno del vampirismo. Queste creature non  erano tutte uguali: alcune avevano sembianze umane, altre erano dei veri e propri cadaveri. La figura elegante, affascinante e carismatica del vampiro fu ideata dallo scrittore John Polidori, nel suo romanzo “Il vampiro” che ebbe un enorme successo e ispirò personaggi come il Conte Dracula.

 L’opera che però ha presentato una vera novità tanto da essere considerata la base di questo genere letterario e poi cinematografico è senza alcun dubbio quella del romanzo “Dracula”, scritto nel 1897 da Bram Stoker, in cui demoni e lupi mannari rispecchiano le ansie e le preoccupazioni dell’epoca vittoriana. Il morso cui il vampiro si nutre, da cui trae vita ricorda l’atto sessuale con cui si dà la vita, creando nell’amplesso tra succhia-sangue e vittima una concretissima realizzazione del connubio tra Amore e Morte. in Questo atto d’amore il vampiro porta via la vita della sua vittima tramite il sangue che è il simbolo e il tabù in numerose religioni ,ma allo stesso tempo, trasmette una nuova vita, maledetta ed eterna.

“Non osavo alzare le palpebre, ma vedevo perfettamente attraverso le ciglia. La ragazza bionda si inginocchiò e si piegò su di me, avidamente. Aveva un qualcosa di deliberatamente voluttuoso che era insieme eccitante e repulsivo, e nell’inarcare il collo si leccò le labbra come un animale, tanto che alla luce della luna potei vedere le labbra umide e scarlatte e la lingua rossa che lambiva i denti bianchi e appuntiti. La sua testa si abbassò sempre più e le labbra scesero oltre la mia bocca, oltre il mento e parvero fermarsi alla mia gola. Poi si fermò, sentivo il fruscìo della lingua sui denti e sulle labbra e il fiato rovente sul mio collo. Poi la pelle mi si accapponò come quando una mano si avvicina sempre più per farti il solletico. Sentivo il tocco morbido delle labbra sulla pelle sensibilissima della mia gola, e mi dava i brividi, poi mi sfiorarono le punte aguzze dei canini.  Chiusi gli occhi in un estasi di languore e aspettai… aspettai con il cuore che mi batteva.”

(tratto dal romanzo di Bram Stoker)